Incentivi alle PMI per favorire l’autoproduzione di energia
Incentivi alle PMI per favorire l’autoproduzione di energia
Favorire con incentivi mirati e procedure semplificate la realizzazione di impianti di autoproduzione di
energia elettrica da parte delle piccole imprese per ridurre la dipendenza dell’Italia dal gas, abbassare il
costo della bolletta e accelerare il percorso della decarbonizzazione. È la proposta di CNA a Governo e
Parlamento per rispondere alla crisi energetica sfruttando l’enorme potenziale delle micro e piccole
imprese. Una analisi della Confederazione di artigiani e piccole imprese evidenzia che il patrimonio
immobiliare ad uso produttivo delle PMI si può stimare in circa 400 milioni di mq. Impiegare questa
superficie equivale a un enorme parco fotovoltaico (senza consumare suolo) da 50mila MW, pari a oltre
il doppio la potenza installata oggi in Italia. Tale dotazione potrebbe generare circa 57.600 GWh,
equivalenti a 4,9 milioni di TEP o 5,3 miliardi di metri cubi di gas l’anno. Tra gli effetti positivi un
abbattimento delle emissioni di gas serra pari a 23,4 milioni di CO2 (il 31,7% del totale dalla produzione
termoelettrica nazionale e il 20,5% della produzione delle centrali a gas).
L’autoproduzione di energia delle PMI oggi è limitata a circa 6mila MW di potenza installata attraverso
138mila impianti, a causa di procedure complicate e della mancanza di misure di incentivazione.
Secondo CNA è possibile coinvolgere in poco tempo 200mila micro e piccole imprese che realizzando
impianti tra 12 e 200 kW potrebbero assicurare una potenza di quasi 9mila MW e una produzione
aggiuntiva di 10mila GWh l’anno, con un taglio delle emissioni di CO2 di 3,6 milioni di tonnellate e un
risparmio di un miliardo di metri cubi di gas.
Per favorire la realizzazione di piccoli impianti da fonti rinnovabili è necessario estendere gli incentivi
anche alle PMI, prevedendo un credito d’imposta del 50% dell’investimento iniziale almeno per un
triennio.
Il costo dell’energia per le piccole imprese è storicamente un elemento di forte criticità. L’Osservatorio
CNA sull’energia 2021 aveva evidenziato già nella fase pre-emergenziale che una piccola impresa paga
l’energia quattro volte di più rispetto a una impresa industriale e il 33,5% in più della media europea.