Evitare restrizioni per acconciatori ed estetiste

Assicurano massimo rispetto di norme e protocolli.
A rischio la tenuta delle imprese e un favore all’abusivismo

La piaga dell’abusivismo è in continua espansione nel settore dei servizi alla persona.
Gli ultimi dati Istat confermano il dilagare di un fenomeno che mette a repentaglio la
salute dei cittadini e la tenuta degli operatori che rispettano le regole, tanto più in questa
fase di emergenza sanitaria nell’assicurare l’osservanza dei protocolli.
Nel 2018 il tasso di irregolarità di acconciatori e centri estetici risultava pari al 27,1%. Si
tratta del valore più alto osservato tra i vari settori e che supera di gran lunga quello
medio nazionale (14,2%).
Le imprese regolari del settore sono oggi chiamate a convivere con l’esercizio abusivo
della professione. Il lockdown tra la fine di marzo e la prima metà di maggio ha messo in
fortissima difficoltà le attività che riguardano la cura e il benessere della persona che
risultano essere tra quelle maggiormente colpite dalla pandemia, essendo state, inoltre,
tra le prime a chiudere e le ultime a riaprire.
L’abusivismo, oltre a mettere a repentaglio la salute dei clienti e a vanificare lo sforzo
collettivo di contenere il contagio, getta discredito sulle imprese che operano nel rispetto
della legalità.
Anche per questo motivo va evitata a tutti i costi la possibilità di una seconda chiusura
delle imprese del settore che dimostrano quotidianamente di operare con il massimo
rispetto e rigore delle norme e dei protocolli di sicurezza e sono disponibili a confrontarsi
con le istituzioni per individuare le soluzioni più efficaci. Nuove restrizioni invece
rischiano di compromettere la continuità delle imprese e acuire il fenomeno
dell’abusivismo rispetto al quale CNA sollecita da tempo un impegno ancora più incisivo
da parte delle autorità locali affinché siano intensificati i controlli.