CNA preoccupata su modifica attività essenziali
CNA è profondamente preoccupata per l’esito del confronto tra Governo e sindacati per la modifica dell’elenco delle attività produttive essenziali dopo appena 48 ore dal Dpcm del 22 marzo. La Confederazione stigmatizza il merito e il metodo. La lista individuata nell’allegato al decreto del Presidente del Consiglio rappresenta un delicato equilibrio che rispetta la priorità della tutela della salute e le esigenze fondamentali degli italiani che devono poter disporre di beni e servizi essenziali, dai prodotti alimentari a quelli sanitari. La complessità delle filiere, l’elevato livello di esternalizzazioni da parte di tutte le imprese, la profonda integrazione del sistema produttivo rendono alquanto complicato definire le attività essenziali. CNA ricorda che le associazioni datoriali e i sindacati, sotto la regia del Governo, il 14 marzo hanno condiviso e sottoscritto un protocollo che individua le misure per assicurare la salute delle persone in ogni luogo di lavoro. E’ irragionevole che la modifica dell’allegato sia avvenuta sotto la minaccia di uno sciopero e senza il coinvolgimento delle imprese il cui unico interesse, in questa fase di emergenza, è contribuire a combattere il virus. E’ altresì inaccettabile l’idea che alcuni si ergano a garanti della salute pubblica che spetta alle istituzioni competenti verso le quali tutti dobbiamo avere la massima fiducia. CNA segnala inoltre i rischi di confusione che si potranno generare dalla misura secondo cui i Prefetti dovranno consultare le organizzazioni sindacali per definire quali imprese svolgono attività essenziali pur non essendo inserite nell’elenco. L’Italia sta vivendo una fase di estrema emergenza e c’è assoluto bisogno di una catena di comando chiara, coerente e univoca, ancorata ai valori democratici e al dettato costituzionale. Il rischio è quello che inizi a serpeggiare il virus del caos, con effetti devastanti per la convivenza civile e il tessuto sociale del Paese.